"Collapse into now" - L'album di addio dei R.E.M.!!

Pubblicato il da drac77

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Si tratta dell'album più triste in quanto l'ultimo della gloriosa band: I R.E.M. sono nati nel 1980 e hanno recentemente annunciato il loro scioglimento. Il loro primo album "Chronic Town" risale al 1981 e fu subito un successo grazie anche al brano "Gardening at Night", spesso suonato (in versione più moderna) nei loro meravigliosi concerti.  

 

Seguo i R.E.M. dal 1987, anno in cui ascoltai in radio "The one I love", dall'album "Document" (in cui c'è anche la strepitosa "It's the end of the world as we know it"), solo qualche anno prima del loro più grande successo, "Losing My Religion", una delle canzoni simbolo degli anni '90, inclusa nel mitico album "Out of Time". Per qualche anno i R.E.M. sono riusciti a mantenere un livello molto alto: ricorderete sicuramente la splendida "Everybody Hurts", con la quale a mio avviso hanno raggiunto l'apice. Poi, negli ultimi anni hanno attraversato una fase di involuzione. "Collapse into now" è invece un buon album, forse il migliore tra quelli recenti ma lontano anni luce dal loro capolavoro "Automatic for the people" del '92 (dove appunto c'è "Everybody Hurts").

 

Dopo il primo ascolto confesso di aver avuto subito la sensazione che questo album sarebbe stato quello di addio. Le canzoni sembrano infatti appartenere ad epoche diverse: la sensazione è che i R.E.M. abbiano pescato dal loro serbatoio residuo prima di uscire di scena (comunque alla grande).

L'inizio è buono con "Discoverer" e soprattutto con "All the best", bel pezzo rock stilisticamente vicino all'album "Monster" del '94.

Il terzo brano è il primo singolo dell'album: si tratta di "UBerlin", e l'avrete ascoltato mille volte alla radio. Pezzo forse un po' troppo simile a "Drive" del '92 (grande classico, sempre da "Automatic For the People") ma comunque orecchiabile e di buonissimo livello.  Seguono la dolcissima "Oh My Heart" in cui la calda voce di Michael Stipe è accompagnata addirittura da un mandolino e la gioiosa "It Happened Today", con la presenza (appena eccennata) nel finale di Eddie Wedder, straordinario vocalist dei Pearl Jam. La splendida voce di Eddie Wedder (sono un vecchio fan dei Pearl Jam!) poteva essere sfruttata decisamente di più e meglio.
 
Il sesto brano è il mio preferito: "Every day is yours to win" è un pezzo lento meraviglioso, impreziosito, come sempre, dalla magica voce di Michael Stipe. E' uno di quei brani che da soli possono valere l'album. Con questa canzone per i R.E.M. sembrano tornati i bei vecchi tempi. Purtroppo anche quì si riscontra qualche forte somiglianza con pezzi del passato: lo stile di questo brano ricorda moltissimo "Strange Curriencies" ed "Electrolite" se non addirittura la stessa "Everybody Hurts". Ma ciò non toglie nulla alla straordinaria bellezza di questo brano, semmai lo rende solo poco originale.

 

A seguire, un brano un po' noioso come  "Walk it back" e la spumeggiante "Alligator, Aviator, Autopilot, Antimatter". Molto orecchiabili sono la brevissima (nemmeno 2 minuti) "That someone is you", e "Mine Smell Like Honey", molto in linea con il precedente album "Accelerate", che a sua volta riprendeva il loro glorioso stile anni '80 (poco conosciuto quì in Italia).

Poi c'è "Me, Marlon Brando and I", la cui intensità ricorda quella dell'album "Up" del '98. Si chiude con "Blue" con la sontuosa partecipazione di Patty Smith, già presente nella splendida "E-Bow the letter", brano trainante dell'ottimo album "New Adventures in HI-Fi"  del 1996. "Blue" è un pezzo intensissimo che in effetti ricorda molto quel brano.

 

In definitiva si tratta di un album molto piacevole fin dal primo ascolto ma senza un vero filo conduttore. I brani non sono originalissimi, in molti casi ci sono forti somiglianze con loro grandi classici del passato, ma comunque non sono certo i soli nel panorama musicale mondiale a proporre nel tempo canzoni molto simili fra loro. Dopo 30 anni di carriera credo sia normale una crisi di creatività. I R.E.M. dimostrano quindi ancora una volta la loro infinita classe, prendendo nel momento giusto la difficile decisione di uscire di scena e dando l'addio ai propri fans con un album comunque di buon livello, che vi consiglio di ascoltare.

 

Sarò il solito nostalgico ma a me i R.E.M. mancheranno tantissimo. Li ascolto da quando avevo 10 anni... Resto nella speranza di una loro futura "reunion" che sia però accompagnata da una ritrovata creatività. Ultimamente troppi gruppi del passato si stanno "riunendo" solo per raggranellare qualche soldo, sfruttando l'effetto nostalgia, senza avere assolutamente nulla di nuovo da dire. Questo con i R.E.M. non dovrà accadere, meglio chiudere così.

 

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